Visita alla casa natale

La casa natale dove Bortola partorì il piccolo Albino, si trova in via Rividella a Canale d'Agordo. La casa è una dimora semplice, umile, come lo fu il suo illustre "inquilino" Papa Albino Luciani.Entrai in quella casa per la prima volta nell'agosto del 1997, di ritorno da un breve periodo di vacanza nella vicina val di Fassa. Non volevo molto suonare quel campanello, un po mi intimoriva il fatto, che uno sconosciuto, andasse a disturbare a quella porta. Mi feci coraggio, suonai, e dopo qualche secondo quel "chi è", mi diede la sensazione che non fosse stata una buona idea. La porta si apre, ne esce un signore di una certa età, occhi molto vispi, magro, nel quale potei intravedere subito i lineamente fraterni, Era Edoardo, fratello di Albino. La prima domanda, senza troppe esitazioni, fu nel capire se fossi un giornalista. Al mio no, sotto uno stentato sorriso, quell'omino mi fece entrare in casa. Il colloquio fu molto cordiale, in quella stanza piena di ricordi autografati dal fratello pontefice, da Papa Giovanni Paolo II, durante la visita del 79. La presenza discreta di Antonietta, moglie di Edoardo, mi diede il senso della semplicità, di una famiglia scossa da un avvenimento di importanza storica, alla quale non erano del tutto preparati. Dico non del tutto, perchè in quell'occasione Edoardo mi confido, che si aspettavano che prima o poi , Albino salisse al soglio, specialmente, dopo l'episodio della stola di Paolo VI, che tornando da Udine, fece sosta a Venezia.
Quella fu la prima di una serie di visite, i successivi furono piu familiari, come mi diceva Edoardo, "quando vieni a Canale, passa per casa, ormai sei di famiglia".
Ogni occasione era per tenermi li a pranzo con loro, e sentire dalle sue lucide memorie, i ricordi gli aneddoti, in quella sala con la stube. Ogni volta non andavo a casa senza qualcosa, o con la torta di mele della Pia, o in due occasioni molto care a me, quando edoardo mi regalo la copia di Illustrissimi del fratello Albino o del calzino rosso da cardinale utilizzato a Venezia, che ancora tengo gelosamente, o della cartolina inviata a Pia, durante un soggiorno che lo Zio Albino fece a Lourdes. 
Visitando ora quella casa, vederla con occhi ai tempi nostri, senza quella presenza cara di Edoardo e Antonietta, vedere le camere, l'armadio con le vesti (che utilizzo anche Paolo VI), tutto è rimasto come prima , naturalmente tenendo conto che ora è una casa museo.
Mi sento fortunato, dopo tanti anni , e la "benedizione" di Edoardo, di poter iniziare a lavorare per il bene della figura di Albino Luciani, il riconoscimento continuo nelle lettere che sempre mi scriveva, nelle quali non mancava mai alla fine la frase "grazie per tutto quello che fai per mio fratello". Da allora sono passati tanti anni, tante cose sono cambiate, ma tengo gelosamente questi ricordi, e sopratutto, che solo al nostro gruppo riunitosi a Canale nel 2003, venne a parlarci di suo fratello. Cosa che non aveva mai fatto con nessuno.
Invito tutti a varcare la soglia di quella casa, di sentirne il profumo, e di godere di quello che in semplicità offre.
Massimiliano Piovesan 
fondatore Amici di Papa Luciani